Sushi: il nuovo piatto preferito degli italiani

Italiani “spaghetti e mandolino”? Il detto lo conosciamo tutti, ma è davvero così, o meglio, è ancora così? A guardare i dati delle ultime ricerche statistiche sui gusti degli italiani,  pasta e pizza non sembrano essere più la nostra prima scelta. A metterne in serio pericolo il primato da qualche anno a questa parte è il piatto nipponico più famoso al mondo: il sushi.

Nigiri, rolls, hosomaki e ovviamente sashimi sono tra le fantasie gastronomiche più sognate degli italiani. Una moda del momento? I dati non sembrano suggerirlo, tutt’altro, e quei pochi che resistono ancora al fascino nipponico forse non sono pronti a leggere questo articolo.

Secondo una classifica elaborata da Yelp – sito e app di recensioni online di ristoranti e negozi – che stima le preferenze degli italiani in fatto di cibo, l’interesse per la cucina asiatica non si limita al sushi (al primo posto), ma spazia anche in altri settori della cucina del Sol Levante – dal ramen alla sempre più gettonatissima poké, la ciotola hawaiana diventata ormai un must tra gli stimatori della cucina fusion, e non solo. Tra tutti, sono i milanesi – come riporta la ricerca fatta da Just Eat – ad aggiudicarsi il titolo di divoratori seriali di specialità giapponesi, seguiti dai romani e dai torinesi. La classifica continua con Genova in quarta posizione, e poi Bologna, Firenze, Napoli, Palermo e Verona. 

Le curiosità non finiscono qui. Se vi state chiedendo quali sono i piatti prediletti dagli estimatori di sushi, vi stupirà sapere che ad aggiudicarsi il podio sono in realtà delle specialità che di giapponese hanno ben poco. La classifica stilata da Just Eat parla chiaro: il re degli ordini delivery in fatto di cucina giapponese sono i Nigiri Sake, le piccole nuvolette di riso ricoperte da salmone. Il salmone infatti è la scelta più gettonata: oltre all’ambito primo posto, lo ritroviamo anche in quarta posizione, nella versione degli Huramaki Philadelphia (i famosi rotolini di riso con all’interno salmone fresco e formaggio spalmabile). Ma perché queste pietanze – sebbene da noi amatissime – non possono dirsi autenticamente giapponesi? 

Il salmone in realtà non era contemplato tra gli ingredienti utilizzati nella preparazione del sushi, tutt’altro la sua introduzione nei menu nipponici si deve ad un’intuizione occidentale. La storia risale al 1985, quando la Norvegia si trovò ad affrontare un grosso problema di sovrapproduzione di salmone. Per far fronte all’emergenza, il governo assunse Bjorn Eirik Olsen, incaricandolo di vendere l’eccedenza di pesce proprio ai giapponesi. Olsen arrivò a Tokyo, ma nonostante i suoi sforzi, impiegò ben dieci anni per convincere i giapponesi della validità della sua proposta: il salmon sushi. Tuttavia, l’industria norvegese del salmone navigava in cattive acque e il fallimento era dietro l’angolo: «Olsen pensò allora – si legge su Agrodolce – di svoltare con una grande vendita e si recò in una società giapponese, la Nishi Rei, per vendere ben 5000 tonnellate di pesce a buon mercato. C’era una condizione però: doveva essere venduto nei negozi di alimentari come sushi, funzionò». Da quel momento, il salmone entrò nei menu dei ristoranti nipponici. Eppure, ancora oggi, questa varietà del pesce continua ad essere introvabile nei ristoranti di alto livello, a riprova dell’estraneità di questo ingrediente dall’autentica tradizione culinaria del Paese.

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